santo eduardo di miceli |
pino moscato |
andrea bartoli. andrea il notaio. siciliano. testa tonda sorridente, luce del sole nei suoi occhi. parole preferite nei miei confronti: geniale. ci siamo incontrati la prima volta nella primavera del 2004 a casa mia, era la suite#25, una installazione penthouse accanto la piazza garraffello, dove vivevo fra il 2003 fino al 2008. lui é venuto con 2 o 3 assistenti, giravano da un triangolo ad un altro, hypernervosi, toccavano i miei capelli mentre ero seduto al mio tavolo dorato. l´inizio di un viaggio nel delirio profondo, anzi un viaggio infinito e oggi ho capito di lui cosa significa il nirvana nei nostri cuori siciliani. é stato lui che mi terrorizzava al mio cellulare per giorni per un contratto fino a che gli ho detto, se mi chiami di nuovo, ti giuro che io butto il mio cellulare fuori dalla finestra. lui mi chiamava di nuovo ed io buttavo il mio cellulare fuori dalla finestra e sino ad oggi io non ho un cellulare.
nel 2005 ci siamo incrociati in piazza garraffello. lui portava terry richardson kibosh fotografie in uno spazio affittato di un palazzo ed io portavo 130 palloni di vernice per coprire in 12 minuti il mio palazzo dove avevo lavorato per 6 anni, mentre costanza ha fatto una preparazione mediale di 1,5 mesi per riempire la piazza di gente cosí piena per prendere l´altra gente in difficoltá che e´stata selezionata per entrare in questa mostra shock. nel 2008 invece sono stato ospite nelle sue case a riesi, sono stato il riesi sindaco per 2,5 mesi. peró questa operazione ha spaccato i nostri limiti psichici e spirituali e alla fine siamo caduti. arrivederci andrea, devo andare e non torno piú. mi ricordo i suoi occhi tristi quando l´ho detto. fino ad ogg non ho mai detto a lui un "mi dispiace“ per come sono e come faccio e anche ingiusto alcune volte. non ci siamo piú visti.
neanche ci siamo piú sentiti.
ma lui continuava a scrivere complimenti per le mie cose in tutti questi anni dopo. molto deciso. lo stesso dove creavo. mi sembrava che anche se fossi andato in russia o al polo nord a fare un buco nel ghiaccio e a nascondermi dal mondo, lui mi avrebbe trovato per scrivere anche per questo un complimento.
negli ultimi 6 anni lui creava con la sua moglie florinda a favara il suo mondo nel suo gusto personale che si chiama farm cultural park, un labirinto un pó claustrophobico, un pó disney, ma piena di dettagli che confermano la sua libertá. nella stanza dei bambini abbiamo fatto un dialogo insieme per quasi 2 ore e mezza solo con una pausa per fumare almeno una sigaretta. e mi chiedevo mentre parlavamo quanti anni sono dovuti passare per capire io di lui che lui é un puro, un visionario appassionato molto molto serio? quanti anni sono passati fino che io ho capito che lui ha capito che siamo giá arrivati nel futuro? e niente é cambiato fra lui e me, ma solo una cosa: la parola preferita nei miei confronti non c´é piú, perché geniale é lui.
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