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Persönliche Einladung Freitag 28. März, 20 Uhr Johanniterkirche Feldkirch |
Das Jüngste Gericht, Uwe, da ist die gesamte Menscheitsgeschichte versammelt, alles was wir sind, was wir tun, von wo wir kommen, wohin wir gehen. Es ist das grösste Werk, dass man als Künstler vollenden kann. Judith Reichart
Johanniter Kirche
Feldkirch
29. März bis 14. Juni
Dienstag bis Freitag 10 bis 18 Uhr, Samstag 10 bis 16 Uhr
KAPITULATION: Freitag 13. Juni 10 bis 23 Uhr
Kurator Arno Egger
Roland Adlassnigg, Karin Guldenschuh
Judith Reichart, Thomas Rösler, Costanza Lanza di Scalea
Amrei Wittwer: gefrorene-erdbeeren-im-fruehling & das-juengste-gericht
Dr Albert Wittwer: das-juengste-gericht
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Thomas Rösler, 8x8m, Fichtenholz |
IL GIUDIZIO UNIVERSALE
8m x 8m
Smalto su legno di abete dal Silbertal
2025
Johanniterkirche
Marktgasse 1
6800 Feldkirch, Austria
29 marzo - 14 giugno 2025
martedì - venerdì: h10:00 - h18:00
sabato: h10:00 - h16:00
Da anni Judith Reichart curatrice ed amica di Uwe Jaentsch, gli propone di "dipingere il Giudizio Universale di Michelangelo. Una combinazione perfetta con la Johanniterkirche: una impalcatura di 11m, tre settimane e mezzo di lavoro intenso giorno e notte con temperature che oscillavano dai 0o ai 3o gradi l’artista realizza “Das Juengste Gerichte” al lato opposto dell’altare, uno di fronte l’altro. I tempi sono altri: tempi veloci.
La struttura base dell’opera - circa una tonnellata di legno di abete di Vorarlberg - è stata progettata da Thomas Roesler e costruita in una falegnameria della fabrik Klarenbrunn, in tre giorni e due notti - dallo stesso, Uwe Jaentsch. Durante il periodo della mostra - ai piedi dell’altare - ci sarà la presenza stabile di Costanza Lanza di Scalea, che accoglierà e accompagnerà i visitatori nel Giudizio Universale.
Scrive Judith Reichart sull’opera: La verità la scrive la vita – Una commedia morale. Uwe Jaentsch non ci presenta un Giudizio Universale biblico, ma uno specchio del presente. “Il Giudizio Universale” è una superficie pittorica monumentale di 8 × 8 metri, composta da 64 pannelli e sostenuta da 508 listelli di abete provenienti dai boschi dell´Austria. L’opera è nata in tre settimane e mezzo di lavoro concentrato – una resa dei conti artistica con il tempo in cui viviamo. Al centro non c’è Dio, ma la morale – ricodificata, socialmente elevata, autocompiaciuta. Con otto mani, pugni chiusi e dita puntate, essa giudica l’umanità. Troneggia sopra la scena, accompagnata da due creature mai nate – simboli di ciò che è nascosto, escluso, ma che fa comunque parte del mondo. La scena non segue un ordine lineare. Il tempo qui non è un fluire, ma uno stato. Morti, vivi e non-ancora-nati coesistono. Ciò che rimane è una sospensione duratura: il “fra”. In basso, le ombre del passato – morti viventi che guardano verso le fabbriche che loro stessi hanno costruito.
Dai camini si alza il fumo – che si trasforma in nuvole, su cui la vita si posa. Un rotatoria, circondata da rose disciplinate, segna il centro – simbolo di una società ferma, di un movimento senza direzione. L’opera è profondamente integrata nello spazio della chiesa dei Giovanniti a Feldkirch. I colori sono presi direttamente dall’architettura sacra – caldi, silenziosi, derivati dagli affreschi del soffitto, dall’ambone e dall’altare. Una cornice dorata cita il sacro – non come ornamento, ma come memoria spezzata di ciò che un tempo era oggetto di fede. Il Giudizio Universale non è un atto di giustizia divina. È una condizione in cui viviamo – tra morale e potere, tra colpa e immagine di sé. Non è più Dio che giudica – lo facciamo noi. Ogni giorno. È una condizione in cui viviamo – tra morale e potere, tra colpa e immagine di sé. Non è più Dio che giudica – lo facciamo noi. Ogni giorno. (Judith Reichart 31 marzo 2025)
Con riguardo
Costanza Lanza di Scalea
Per Informazioni:
Costanza Lanza di Scalea
costanzalanzadiscalea@gmail.com
Arno Egger
egger@johanniterkirche.at
Ufficio Herrengasse 12 6800 Feldkirch
DAS JUENGSTE GERICHT
8m x 8m
Lack auf Fichtenholz aus dem Silbertal
2025
Johanniterkirche
Marktgasse 1
6800 Feldkirch, Österreich
29. März - 14 Juni 2025
Dienstag bis Freitag: h10:00 - h18:00
Samstag: h10:00 - h16:00
Die Wahrheit schreibt das Leben – Eine moralische Komödie.
Uwe Jäntsch zeigt uns kein biblisches Endgericht, sondern einen Spiegel der Gegenwart. „Das Jüngste Gericht“ ist eine monumentale Bildfläche von 8 × 8 Metern, bestehend aus 64 Teilen, getragen von 508 Fichtenlatten, geschlagen aus den Wäldern Vorarlbergs. Das Werk entstand in dreieinhalb Wochen konzentrierter Arbeit – als künstlerische Abrechnung mit der Zeit, in der wir leben.
Im Zentrum steht nicht Gott, sondern die Moral – neu codiert, sozial überhöht, selbstherrlich. Mit acht Händen, geballten Fäusten und spitzem Fingerzeig richtet sie über uns. Sie thront über dem Bildgeschehen, begleitet von zwei ungeborenen Wesen – Sinnbildern für das Verborgene, das Ausgeschlossene, das dennoch Teil der Welt ist.
Die Szene folgt keiner linearen Ordnung. Zeit ist hier kein Verlauf, sondern ein Zustand. Tote, Lebende, Noch-nicht-Geborene – sie existieren gleichzeitig. Was bleibt, ist ein dauerhafter Schwebezustand: das Dazwischen.
Unten die Schatten der Vergangenheit – lebende Tote, die hinaufschauen zu den Fabriken, die sie selbst errichtet haben. Aus den Schornsteinen steigt Rauch – er wird zu Wolken, auf denen das Leben schwebt. Ein Kreisverkehr, umwuchert von streng geführten Rosen, markiert die Mitte – Sinnbild für Stillstand im System, für Bewegung ohne Ziel.
Das Werk ist tief in den Raum der Johanniterkirche eingebettet. Die Farben sind dem sakralen Innenleben entnommen – warm, ruhig, getragen von Deckenfresko, Kanzel und Altar. Ein goldener Rahmen zitiert das Sakrale – doch nicht als Schmuck, sondern als gebrochene Erinnerung an das, was einst geglaubt wurde. „Das Jüngste Gericht“ ist kein Akt göttlicher Gerechtigkeit. Es ist ein Zustand, in dem wir leben – zwischen Moral und Macht, zwischen Schuld und Selbstbild. Nicht Gott richtet – wir selbst tun es. Tag für Tag. (Judith Reichart 31 marzo 2025)
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